Trinummus «[La commedia da] tre soldi»

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Testo

Trinummus «[La commedia da] tre soldi». Il padre di Lesbonico, Carmide, è partito per l’estero, raccomandando il figlio — che è uno che spende, e sperpera, con grande facilità — al vecchio amico Callicle. Il giovane, che insiste nella sua vita dissipata, vende persino la sua casa paterna, che Callicle si affretta a comprare lui stesso. Il motivo è che in quella casa c’è un tesoro, e Callicle non vuole che esso vada perduto per il vecchio Carmide: dirlo a Lesbonico non si può, perché il giovane troverebbe il modo di sperperare anche quello. Lesbonico ha anche una sorella, di cui è innamorato Lisitele, figlio di Filtone; il giovane vorrebbe sposarla, ma la fanciulla non ha dote. Filtone sai disposto a concludere il matrimonio anche senza dote, ma Lesbonico, orgoglioso, non accetta e vorrebbe privarsi dell’unico fondo che gli resta fuori città per darlo in dote alla ragazza. Ma così facendo piomberebbe nella più completa indigenza, e questo Lisitele, che è anche suo amico, non è disposto a permetterlo. Callicle, allora, prezzolerà un sicofante e fingerà che Carmide abbia inviato da Seleucia una somma che serva di dote alla figlia: in realtà, il denaro sarà tratto dal tesoro nascosto nella casa. Ma Carmide, del tutto inatteso, giunge davvero, così che ogni problema (dopo una serie di gustosi equivoci fra lui e il sicofante) verrà risolto. Carmide provvederà direttamente lui alla dote della figlia. Il tema più ricorrente è quello di Lesbonico che si è “mangiato il patrimonio”.

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